Non c’è nulla di immutabile,
tranne l’esigenza
di cambiare – Eraclito
PLUTONE NEL SEGNO DELL'ACQUARIO
a cura di Giuseppe Buglino
Eccoti finalmente.
Ti vedo arrivare. Mancano ancora pochi piccoli passi. Soltanto due giorni e approderai in Acquario. Esattamente domenica 21 gennaio.
Ti sei fatto attendere parecchio.
Mancavi da circa 250 anni…anche se nel tuo ultimo soggiorno in questo Segno, noi comuni mortali non immaginavamo tu potessi esistere.
Invece esisti eccome, è solo che da quando tu sei apparso tentando di farci prendere dimestichezza con l’inconscio, tutto sembra molto più complesso.
𝐏𝐋𝐔𝐓𝐎𝐍𝐄 è il Signore del mondo sepolto nelle profondità del nostro essere: il mondo degli istinti primordiali, del desiderio senza limiti, delle passioni non imbrigliate dalle leggi della convivenza civile.
Lasciamo il pianeta lassù nel cielo e prestiamo attenzione alla sua voce che ci parla dall’interno. Certamente scopriremo qualcosa d’importante.
Ho scelto questa strada per cominciare a parlare di Plutone perché spesso le descrizioni, anche le più lucide ed articolate, di determinate dimensioni della nostra esperienza e di alcuni contenuti della nostra psiche, invece di avvicinarci al loro significato, ce ne allontanano, li rendono piatti, tolgono loro spessore ed intensità, li trasformano in semplici eventi tra altri eventi.
Ci sono esperienze, emozioni, ricordi che non si lasciano imprigionare nei limiti di un nitido discorso consequenziale, ma hanno bisogno di parole aperte a più sensi e significati poiché provengono dagli abissi della nostra psiche.
Plutone è il Signore di questo mondo sepolto nelle profondità del nostro essere: il mondo degli istinti primordiali, del desiderio senza limiti, delle passioni non imbrigliate dalle leggi della convivenza civile; un mondo esplosivo, energia pura priva di qualsiasi forma di organizzazione, tenuta sotto controllo da potenti meccanismi di difesa come la rimozione, la repressione e la negazione, che abbiamo impiegato anni e anni a costruire e consolidare fino a quando un’inespugnabile barriera è stata eretta tra noi e tale mondo che, sebbene ci appartiene, disconosciamo.
C’è stato un tempo, invece, in cui questo era l’unico mondo conosciuto, quando in fasce la nostra sopravvivenza dipendeva unicamente dalla presenza dell’altro, i bisogni erano impetuosi e pressanti e l’amore, la rabbia e l’invidia verso chi deteneva il potere di gettarci nel baratro del vuoto, o elevarci alle vette della completa soddisfazione erano immensi e assoluti.
Terrorizzati o inebriati passavamo da uno stato all’altro senza soluzione di continuità, poi la paura di perdere l’amore dell’oggetto amato è stata più forte di tutto e ci ha costretto a seppellire e negare ogni cosa mettesse a rischio tale amore.
E così, nei limiti del possibile ognuno di noi è diventato quello che, prima i genitori, poi la società hanno voluto che diventassimo, e in tale immagine ci siamo riconosciuti ed identificati. Ancora di più, ci siamo profondamente attaccati e inestricabilmente confusi con tali “copioni” di madre esemplare o lavoratore indefesso o altro, e guai a porre dubbi o interrogativi in questi ambiti nei quali abbiamo posto la sostanza della nostra identità.
Ogni tanto, però, nel corso del nostro cammino incontriamo Plutone che apre delle pericolose brecce nel palcoscenico della nostra vita. Ci può essere un tradimento, una malattia, una perdita e allora, nuovamente impotenti, ritorniamo ad amare, odiare e desiderare con la stessa intensità di un tempo e invasi da rabbie cieche e incontrollabili e passioni adombranti. E la nostra identità dai variegati copioni di donna, moglie, madre e altro, va in frantumi.
Di fronte a noi Plutone, il Signore di tutto ciò che è nascosto nelle viscere della terra e della psiche, aspetta la nostra scelta. Infatti davanti a noi ci sono tre strade: possiamo di nuovo reprimere e rimuovere, proiettando all’esterno, sugli altri, le nostre passioni e allora il prossimo incontro con Plutone sarà ancora più violento e destrutturante; oppure possiamo “agire”, mettere in atto, questi impulsi primitivi e allora Plutone ci trascinerà con sé negli abissi del suo regno; oppure possiamo riconoscerli e accettarli come nostri e poi cercare di integrarli e trasformarli in una più ampia consapevolezza di sé. In questo caso ci è offerta la possibilità di entrare in contatto con alcune parti del nostro inconscio che una volta portate alla luce della coscienza libereranno tutta l’energia impiegata per tenerle a bada.
Questo è il tesoro che Plutone dona a chi ha il coraggio e la determinazione di seguirlo nel regno sotterraneo della psiche e poi risalire vittorioso alla superficie della coscienza. Qualunque strada scegliamo Plutone, l’invisibile guardiano della soglia, ci aspetterà al varco.
Ha ora inizio il suo transito nel segno dell’Acquario, a parte un breve rientro in Capricorno previsto da inizio settembre a metà novembre 2024.
Quando Plutone si avvicina a uno dei punti sensibili del nostro tema natale, siamo inevitabilmente portati a chiederci che cosa ci sta succedendo. Iniziamo ad avvertire una sorta di agitazione interiore, ci sentiamo disorientati al cospetto di qualcosa di ignoto, smarriti, a tratti scoraggiati. Stiamo catapultandoci in una ripida discesa verso gli inferi, un percorso all’interno di un tunnel del quale non siamo capaci di percepirne il perimetro, in cui nulla ci appare più conosciuto, privi di punti di riferimento. Sovrana è la paura, alla quale fa compagnia la solitudine, lo sconforto, l’abbattimento morale, un senso di abbandono per lo più impossibile da contenere.
Nell’Astrologia tradizionale Plutone di transito può annunciare un decesso, che sia il nostro o quello di una persona a noi particolarmente vicina. Evitiamo di argomentare su siffatte catastrofi e soffermiamoci sulla trasposizione di tale significato: la profonda simbologia di questo pianeta richiama più che altro a una morte psicologica. In realtà infatti quel che viene meno è una parte di noi o comunque dell’immagine di noi stessi che così bene crediamo di conoscere.
Durante il percorso evolutivo, ciascuno solitamente costruisce il proprio senso d’identità su di una sorta di attaccamento nei confronti degli individui cui ci leghiamo, della persona che sposiamo, dell’attività che svolgiamo, della filosofia che decidiamo di seguire: questi e altri sono tutti elementi che contribuiscono a convalidare la nostra identità. Al contempo diamo forma a pensieri e opinioni su noi stessi e sulla vita nella sua totalità. Questo complesso meccanismo che opera in noi – per ciascuno in base alla propria natura e predisposizione – in maniera automatica e pressoché inconscia, è davvero difficile da mettere in discussione, indipendentemente dal fatto che abbia creato un senso di identità giusto o meno. Plutone, transitando sul nostro cielo di nascita, si assume il compito di aiutarci a mettere in discussione tutti quegli elementi di sostegno che reggono il nostro io, portandolo a franare. Tali situazioni riconducibili a una vera e propria morte psicologica, sono d’altronde necessari per mettere in discussione delle parti della nostra individualità e delle nostre convinzioni che, in realtà, non sono per noi convenienti, o che comunque smettono di esserlo in un dato momento della nostra vita. Ad esempio possiamo essere assolutamente consapevoli che sarebbe meglio porre fine a una relazione con caratteristiche frustranti e distruttive, ma ciò nonostante permane in noi una compromettente riluttanza nel liberarci dal carcere nel quale ci troviamo; la nostra parte cosciente sa perfettamente che cambiare strada sarebbe l’unica cosa positiva da fare, invece continuiamo a pensare che staccarci dai nostri attaccamenti potrebbe comportare, per assurdo, più dolore rispetto alla situazione stessa. È difficile da credere, ma Plutone ci accompagna verso quel processo tanto temuto di morte e rinascita mettendoci a stretto contatto con tutte quelle emozioni generate dal senso di perdita, poiché solo così apriremo la strada al nuovo IO che necessita di rinascere. Certo, non c’è possibilità di rendere leggera questa sofferenza, né è conveniente tentare a tutti i costi di perseverare in una situazione che comunque non ci rende felici.
Plutone inizia a lavorare dapprima sotto il livello della consapevolezza, contrastando ogni sforzo di auto preservare lo status quo messo in atto dal nostro ego. E questo lavoro ha l’importantissima finalità di consentire una ricostruzione su basi nuove. Crisi, difficoltà, dolore, sono tutti aspetti di un capovolgimento in vista di qualsivoglia cambiamento evolutivo possa essere per noi necessario. A tal fine c’è Plutone. Ideatore, produttore e regista di questo spettacolare viaggio andata e ritorno verso l’inferno.
Il 21 gennaio ha dunque inizio il suo transito in 𝐀𝐜𝐪𝐮𝐚𝐫𝐢𝐨.
Sarà così per circa vent’anni.
Che cosa ci accadrà?
Nulla di grave, in fondo stiamo per rinascere.
Rinascere sembra una buona cosa.
Anche se almeno mille volte dovremo ancora morire.